Il milanese Luigi Veronesi (1908-1998) – scenografo, pittore e regista – scopre la fotografia poco più che adolescente, e predilige da subito il fotogramma, cioè un’immagine ottenuta per contatto, in camera oscura, con la carta sensibile o con un negativo, senza l’uso della macchina fotografica.
Il suo lavoro di sperimentazione non si ferma qui. Il desiderio di «registrare trasparenze, spessori, ombre, luci e riflessi in una gamma ricchissima di affascinanti variazioni, e possibilità espressive» lo conduce verso un tipo di fotografia inteso non solo a riprodurre l’apparenza degli oggetti, ma a manifestare un’idea, a elaborare visivamente un concetto astratto.
Questo progetto nasce dallo studio di queste sperimentazioni.

limiti astratti
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